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Niente carcere per chi spaccia in strada: fuori migliaia di detenuti?

Era attesa dal 12 febbraio, quando era stata bocciata per essere anticostituzionale. Quei due detenuti su cinque in carcere per la Fini-Giovanardi aspettavano il 29 maggio con impazienza. Oggi è arrivata la decisione della Cassazione: sì al ricalcolo delle pene per chi è stato condannato per gli articoli della 'legge carcerogena'.

LA DECISIONE DELLA CORTE - Presieduti dal primo presidente Giorgio Santacroce, i supremi giudici hanno detto sì al ricalcolo accogliendo un ricorso arrivato dalla procura di Napoli. Il tribunale aveva indatti negato che il condannato potesse ottenere il ricalcolo della pena.

Tutti i condannati in via definitiva per spaccio lieve di droga (anche con recidiva) potranno chiedere il ricalcolo con i parametri previsti dalla legge precedente, la Jervolino-Vassalli in cui erano previste pene più miti per i reati legati alle droghe leggere. Con la Fini-Giovanrdi, infatti, pene che prima andavano da 2 a 6 anni per le droghe leggere, erano passate da 6 a 20 anni di reclusione, con multe fino a 260mila euro.

DUE DETENUTI SU CINQUE - Sarebbero ben 26mila i detenuti finiti in carcere a causa di tale provvedimento. Due detenuti su cinque, se si pensa che la popolazione carceraria è di circa 60mila persone. In realtà la decisione della Cassazione riguarda le sentenze definitive: quelle in corso di giudizio verranno già ricalcolate secondo i parametri della Jervolino-Vassalli.

"LA LEGGE ILLEGALE" - Da tempo diverse realtà dell'associazionismo chiedeva l'abrogazione della legge, anche per l'effetto che potrebbe avere sul sovraffollamento carcerario. La decisione della Cassazione arriva a meno di una settimana dalla prima riunione del consiglio d'Europa che deciderà sulla condanna dell'Italia da parte della Corte di Strasburgo, che si svolgerà martedì 3 giugno.
A luglio era stato pubblicato il "4° Libro Bianco sugli effetti della Legge Fini Giovanardi", uno studio che ha monitorato gli effetti del provvedimento nei suoi anni di applicazione. Lo studio è a cura di Antigone, CNCA, Forum Droghe e Società della Ragione, con l’adesione di Magistratura Democratica, Unione Camere Penali. Queste le conclusioni:

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