Niente carcere per chi spaccia in strada: fuori migliaia di detenuti?

LA DECISIONE DELLA CORTE - Presieduti dal primo presidente Giorgio Santacroce, i supremi giudici hanno detto sì al ricalcolo accogliendo un ricorso arrivato dalla procura di Napoli. Il tribunale aveva indatti negato che il condannato potesse ottenere il ricalcolo della pena.
Tutti i condannati in via definitiva per spaccio lieve di droga (anche con recidiva) potranno chiedere il ricalcolo con i parametri previsti dalla legge precedente, la Jervolino-Vassalli in cui erano previste pene più miti per i reati legati alle droghe leggere. Con la Fini-Giovanrdi, infatti, pene che prima andavano da 2 a 6 anni per le droghe leggere, erano passate da 6 a 20 anni di reclusione, con multe fino a 260mila euro.
DUE DETENUTI SU CINQUE - Sarebbero ben 26mila i detenuti finiti in carcere a causa di tale provvedimento. Due detenuti su cinque, se si pensa che la popolazione carceraria è di circa 60mila persone. In realtà la decisione della Cassazione riguarda le sentenze definitive: quelle in corso di giudizio verranno già ricalcolate secondo i parametri della Jervolino-Vassalli.
"LA LEGGE ILLEGALE" - Da tempo diverse realtà dell'associazionismo chiedeva l'abrogazione della legge, anche per l'effetto che potrebbe avere sul sovraffollamento carcerario. La decisione della Cassazione arriva a meno di una settimana dalla prima riunione del consiglio d'Europa che deciderà sulla condanna dell'Italia da parte della Corte di Strasburgo, che si svolgerà martedì 3 giugno.
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