Arrivano buone notizie dagli Stati Uniti in merito a quella che qualcuno ha definito l’epidemia più grave dai tempi dell’AIDS.  Il cameraman statunitense che si era ammalato di Ebola in Liberia ha superato con successo la malattia e oggi stesso dovrebbe lasciare il reparto in isolamento del Nebraska Medical Center. “Ho appena visto i risultati dei miei esami e sono negativi da tre giorni consecutivi”, ha esultato Ashoka Mukpo, aggiungendo: “Ho lottato e vinto, con l’aiuto di molti”. Il freelance era arrivato dall’Africa occidentale lo scorso 6 ottobre. “C’erano tantissime persone ammalate intorno a me la settimana in cui mi sono ammalato”, ha raccontato. “Pensavo di essermi tenuto a debita distanza e vorrei capire che cosa è andato storto”. La guarigione di Mukpo segue quella di Teresa Romero, l’infermiera spagnola, che è stata la prima contagiata europea. Un esame del sangue ha rivelato che il sistema immunitario della donna ha eliminare l’Ebola dal suo corpo. In Usa, invece, si tratta del quarto paziente che riesce a debellare il virus dopo i due missionari che lo avevano contratto in Liberia e l’infermiera di Dallas ammalatasi dopo essere stata a contatto col ‘paziente zero’ Thomas Duncan.

Nel frattempo la Francia ha annunciato la messa a punto un test rapido di diagnosi, mentre l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) assicura che i primi vaccini anti-Ebola sperimentali saranno disponibili in Africa nel 2015 . “Parliamo di decine di migliaia di dosi e non di milioni”, ha detto Marie Paule Kieny, vicedirettrice generale dell’Oms, sottolineando che molto dipenderà poi dai risultati delle prime fasi dei test già cominciati in Europa. E per fare il punto sull’epidemia, che ha fatto oltre 4.500 morti, il comitato di emergenza dell’Oms si riunirà oggi a Ginevra, mentre Barack Obama incontrerà alla Casa Bianca Ron Klain, il supercommissario nominato per gestire la lotta contro l’epidemia di ebola. L’obiettivo è quello di attuare “una risposta aggressiva, efficace e coordinata” contro il virus.